Un pugile in incognito

maxresdefault“Mi sono aggregato a un gruppo di compagni che facevano pugilato e da li è nata la passione” queste sono le parole dette durante la chiacchierata da Giovanni De Marco, collaboratore scolastico del piano terra del Liceo Manzoni di Caserta, proveniente da Alvignano, ma ormai cittadino casertano.Giovanni vanta una carriera di circa 17 anni da boxer, di cui 5 nella nazionale italiana, con svariate vittorie e titoli internazionali nella categoria dei pesi medi.

Inabissato nei più vividi ricordi della sua adolescenza racconta di aver iniziato all’età di 16 anni quasi per gioco, spinto da quella folle curiosità adolescenziale tramutatasi in una passione radicata nei meandri del suo essere, la quale è cresciuta diventando al tempo stesso un mestiere per circa 33 anni che l’ha portato a lottare tra i pugili professionisti.

Parla di questa ultima scelta con rammarico in quanto la nazionale italiana cercava di trattenerlo a se in vista delle Olimpiadi mentre lui, nella ingenua convinzione di scegliere la via più sicura e travolto dall’impazienza comune della gioventù, ha scelto di cimentarsi nella lotta tra professionisti. Nonostante questo cruccio, non si pente della sua carriera, vissuta tra l’ebrezza delle vittorie, l’amarezza delle sconfitte e, talvolta, dall’impotenza sentita negli episodi in cui vi era favoritismo evidente.

Ci addentriamo dunque nella sua visione caleidoscopica del pugilato, il quale è uno sport costruito su solidi basi di costanza e resistenza, che aiuta i giovani a scaricare la frustrazione e insegna loro a non essere amici della signora violenza. A fare da collante alla sua costruzione è stato anche il nascere di rapporti amichevoli con altri  pugili, i quali sono saliti con lui sul ring come “nemici” . “Bisogna dimenticare la persona contro cui si lotta, anche se questo è un amico- dice ricordando gli incontri -tanto quando si scende dal ring si è più amici di prima”. Quelle amicizie dall’ età giovanile, si mantengono tutt’ora salde come l’amore che quest’uomo prova per la sua “arte”. Ed’è proprio questo forte sentimento che l’ha spinto ad intraprendere un nuovo progetto, ovvero l’apertura di una palestra nei pressi di Capodrise che lo vedrà nel ruolo di istruttore di box, a contatto con tanti giovani ai quali, sicuramente, trasmetterà la sua grande esperienza. Spesso i campioni si nascondono dietro volti comuni che incrociamo quotidianamente, velati dall’umiltà che li porta a non ritenersi tali, impregnati dalla saggezza regalatagli dalle proprie esperienze. Auguri  a Giovanni, che possa essere un buon conduttore di passione per la box nei ragazzi.

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